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Come diminuire il rischio del bad trip?

effetti delle sostanze

So già che bisogna essere in buona compagnia, essere felici e non partire già col presupposto del bad trip, sentirci a nostro agio e lo stesso per il luogo.
Oltre a ciò cosa si può fare?

Risposta 

incrociare le dita? 

Commenti

Re: Come diminuire il rischio del bad trip?

Dici:
"essere in buona compagnia, essere felici e non partire già col presupposto del bad trip"

- "essere in buona compagnia"
e' molto importante.

- "essere felici"
qui pretendi tanto (e si va sul filosofico). Basta essere in un periodo "buono", non in un periodo in cui sei particolarmente ansioso o depresso. E non avere impegni o preoccupazioni almeno per le successive 24 ore.

- "non partire già col presupposto del bad trip"
Qui non sono d'accordo.
Il bad trip non va affrontato "sperando che non accada" ma con la tranquillita' che ti puo' dare la consapevolezza di sapere come affrontarlo. Prima o poi capita (e' piu' probabile alle prime esperienze, ma puo' succedere anche ad esperti psiconauti).
L'esperienza con LSD e' una esperienza psicologica profonda, che ti cambia, e non si torna indietro.
Studi scentifici basati su interviste, follow up (verificare come stanno le persone dopo un certo periodo) e rigorose analisi statistiche dicono che dall'80% al 90% delle persone che lo hanno usato riportano esperienze positive, e che queste esperienze hanno cambiato in meglio la loro vita. Altri non ne perlano ne' bene ne' male, e solo una piccola percentuale ne parla come di esperienze negative.
Come si fa' a prepararsi ad affrontare bene un bad trip?
Bisogna prendersi tutto il tempo necessario a studiare bene l'argomento, di letteratura in merito c'e ne e' in abbondanza, e ti consiglio di non mancare la "bibbia" del viaggio psichedelico, cioe' il famosissimo: "L'esperenza psichedelica di T. Leary, R. Metzner e R. Alpert, un manuale basato sul libro tibetano dei morti".
La cultura del bad trip ha una parte centrale all'interno della cultura psichedelica. E' una esperienza, se si sa come affrontarla, estremamente interessante, si puo' arrivare ad amarla, se si capisce che e' qualcosa che viene da dentro di noi, e che ci aiuta a conoscerci.
Provo a darti una piccola anteprima, molto sintetica, sull'argomento:
Bisogna lasciarsi scorrere nell'esperienza senza tentare di resistere, mantenere la consapevolezza che si e' ingerito un forte psichedelico e che tutto sara' piu' facile finita la fase di picco (2 o 3 ore). Conoscere le paranoie-tipo, qui accenno solo alle principali:

1) Manie di persecuzione - "tutti mi stanno giudicando malissimo", o "tutti ridono dietro le mie spalle", etc.

2) "Sono diventato pazzo", oppure "restero' scemo per tutta la vita".

3) Destrutturazione dell'io, stato di coscienza cercato soprattutto da chi ha un approccio spirituale, ma che puo' facilmente degenerare nel panico in chi non e' preparato.
Con convinzione di "Stare per morire", od addirittura di "Essere gia' morto".

4) Molte paranoie vengono alimentate dal dischiudersi di stati emozionali repressi (piu' o meno in tutti quanti), ma e' nelle personalita' piu' problematiche che si possono raggiungere stati allucinatori in cui si vedono croci che bruciano, la terra che si spacca per far uscire le fiamme dell'inferno", od altre amenita' del genere.
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E' utile sapere che anche nei momenti piu' pazzeschi di un bad trip "tosto" possiamo sempre ritrovare una vocina nella nostra coscienza che ci dice: "brutto scemo, hai comprato il biglietto, ora goditi lo spettacolo!".
Se mi hai seguito fino qui ti puoi rendere conto di quanto puo' essere diverso entrare in un bad trip senza sapere cosa sta succedendo, oppure entrarci con una buona preparazione per affrontarlo. (E la persona preparata, dato che e' piu' tranquilla, ha anche meno probabilita' di entrare in bad trip).
Ci sono poi altri consigli, come mangiare leggero e naturale (meglio frutta e verdura), la musica, il posto, e tanti piccoli accorgimenti per migliorare il "setting" (il contesto).
Spero di essere stato utile, e che prendi questo mio commento come un invito alla prudenza, e a fare scelte consapevoli!
Ciao,
G.

Re: Come diminuire il rischio del bad trip?

Ho dimenticato, ed e' molto importante sopratutto le prime volte, la presenza di una persona esperta, in cui si ha fiducia, che non si sconvolga piu' di tanto, e che sia disposta ad assistervi, anche solo con la sua calma presenza.
Il cosiddetto "trip sitter".
Ciao,
G.

Re: Come diminuire il rischio del bad trip?

Mi hai messo in crisi!
La tua domanda e' semplice e chiara, ma l'argomento e' cosi' complesso e centrale nella nostra vita (anche a prescindere dall'uso di psichedelici) che qualsiasi cosa riusciro' a scriverti nelle prossime righe ne rimarro' insoddisfatto, con la sensazione di non essermi spiegato bene e di non averti dato una risposta completa. Per rispondere bene alla tua domanda bisognerebbe scrivere un libro (ma non ne sarei capace).
Comunque provo a buttare giu' qualche idea, e scusatemi se vi sembrera' troppo sintetica.
La prima cosa che mi viene in mente e' "AMORE".
Sono molto grato alla psicologia (anche a Freud, ma soprattutto a Reich e alla psicologia post-reichiana o umanistica, e a quella transpersonale - Stansislav Grof) e alla cultura psichedelica.
Per me psicologia e psichedelia si sono fuse in una cosa sola gia' da adolescente (oggi ho 60 anni).
Da giovane adulto ancora pensavo, come molta gente, che nel nostro inconscio si celassero chissa' quali mostri, che era meglio non andarli a stuzzicare, e che se si perdesse il controllo cosciente o "civile" ognuno di noi potrebbe diventare un pericoloso maniaco, od un folle serial killer, etc.
Oggi, dopo tanti anni, ringrazio psicologia e psichedelia (psicopsichedelia, se mi perdonate il neologismo! :-) di avermi dato la consapevolezza che e' esattamente il contrario, che nella parte piu' profonda di noi stessi c'e' solo amore. Non l'amore pensato come innamoramento od attrazione sessuale (che sono comunque inclusi), ma un amore totale, l'energia di base della vita, dell'universo stesso. Non e' un concetto astratto, ma una esperienza ed una consapevolezza che si sperimenta, si vive, si "tocca con mano".
Si capisce poi che i "mostri" non stanno nel piu' profondo del nostro essere, ma sono le nostre paure, o meglio le difese psicologiche da queste paure, che si cominciano a sovrapporre strato su strato da quando siamo bambini. La nostra societa', la nostra cultura ci distrae dalla nostra pulsazione di base, che e' l'amore, ci porta persino ad averne paura, e a rimuoverla relegandola nei piu' nascosti anfratti del nostro inconscio.
Da questo, e dal controllo se non adirittura alla rimozione di emozioni, nascono tutte le nostre insicurezze, nevrosi, ansie, depressioni, psicosi.
Per capire bene il meccanismo sottostante ad una "esperienza introspettiva" bisogna capire che cosa e' il nostro ego.
Generalmente si pensa che esistiamo solo come "io" nel nostro ego, nel lucido stato di veglia.
Non e' cosi'. (scusate se sono troppo sintetico). L'ego e' solo uno strumento, un sottosistema del nostro essere completo, che serve ad interagire efficientemente con l'abitat. Le nostre percezioni, sia dai nostri sensi (dall'esterno), che dalle nostre sensazioni od emozioni (dall'interno) sono potentissime, molto piu' di quello che pensiamo, e parlo proprio di bytes, di capacita' di connessione, di gigabytes/secondo.
E' giusto che l'ego filtri e gestisca le percezioni. Se stiamo lavorando dobbiamo essere lucidi e concentrati, non possiamo essere sopraffatti da milioni di colori o da emozioni profonde. Quindi l'ego, nel lucido stato di veglia, non e' altro che un gestore di filtri, filtri che, per la parte emotiva, hanno una precisa corrispondenza anatomica, sono i plessi nervosi, o chacra. Per i nostri sensi il filtraggio avviene a livello cognitivo (i nostri occhi, come organo ottico, registrano sempre milioni di sfumature di colore, ma alla consapevolezza ne arriva qualche decina, soprattutto se stiamo pensando ad altro e non ai colori).
Purtroppo l'ego, come dicevo sopra, si incarica anche di filtrare, di controllare troppo, di rimuovere tutte le emozioni ed i ricordi spiacevoli che fanno parte della nostra storia psicologica.
Assumere psichedelici significa togliere questi filtri, parzialmente o completamente, fino ad una completa destrutturazione dell'ego.
Ego death, stato di coscienza sublime per alcuni, terrificante per altri, soprattutto se ci si arriva impreparati.
(Se non ci sono piu' i filtri, non ha senso la presenza di un gestore, questa assenza viene spesso percepita con la sensazione di essere morti).
Senza arrivare a tanto, immaginiamo una apertura parziale dei filtri, quindi una amplificazione nella percezione del nostro stato emozionale. In questa condizione diventa piu' facile, piu' efficace affrontare, o "vedere" i nostri problemi psicologici. Sia in una esperienza piacevole che in un bad trip (se si e' preparati ad affrontarlo), sia durante l'esperienza sia nel periodo successivo. (Dopo un bel trip il processo di introspezione, di maturazione e di integrazione psicologica puo' durare anche mesi dopo l'esperienza).
Spero di aver soddisfatto almeno parzialmente la tua sana curiosita'.
Ci sarebbe ancora tanto da dire ....
Ciao,
G.
Love, Surrender & Devotion!
(Notate l'acronimo :-)

Re: Come diminuire il rischio del bad trip?

Grazie per la tua risposta. Apprezzo che tu abbia voluto trasmettere qualcosa di te.
Oggi pensavo che è vero: non smettiamo mai di ricercare in noi stessi ciò che ancora è nascosto alla nostra consapevolezza. Mi chiedo anche se e come potervi accedere in modi che non obblighino a correre un rischio. Mi immagino l'esperienza che tu descrivi come un viaggio al di là di un confine. Beh, qualunque viaggio dovessi intraprendere ,desidererei avere la certezza di poter tornare indietro.
L'altra cosa che mi chiedo è se sia vero che far emergere un fantasma sia l'unico modo per liberarsene. Oppure se il futuro contenga più risposte di quante può darci il nostro passato o il nostro inconscio.
Molte domande, nessuna risposta. ma va bene così...

Re: Come diminuire il rischio del bad trip?

Ciao,
Le risposte che ho scritto sono valide per mariyuana, psilocibina (funghetti) ed LSD. Forse anche per dosi consistenti di mescalina (cactus peyote).
Per l'md, non dovrebbe esserci rischio di bad trip per dosi contenute,
o "normali". Pero' sia se la dose aumenta, o se una dose "normale" viene associata all'uso di mariyuana, il rischio di bad trip si ripresenta.
Per la ketamina non ti so rispondere. Non la ho mai provata, (e non penso che la provero', non mi attira).
Ho letto solo qualche pagina su internet.
Spero che qualcuno che la conosce meglio ti possa dare delucidazioni.
G.