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Rompere gli schemi: la cura psichedelica alla depressione

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Buonasera. Visto che la redazione, forse per qualche scollatura di realtà dovuta al lockdown (è dura per tutti) ha cancellato un articolo di sicuro interesse per medici e malati, rivolgendosi anche in modo aggressivo e maleducato a noi lettori, lo ripubblico io, sicuro di rendere un servizio a tutti. Consiglio a chi gestisce la pagina (peraltro infestata di spam) maggiore rispetto per chi vi legge e per la nostra intelligenza e capaciità discriminante di lettori, grazie. 

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«Non ci sono semplicemente parole per descrivere l’esperienza ma posso dire che la mia abituale auto-narrazione negativa è svanita completamente. È stata rimpiazzata da un senso di bellissimo caos, un paesaggio di inimmaginabili colori e bellezza. Ho iniziato a vedere che tutte le mie preoccupazioni di ogni giorno non erano rilevanti, erano il risultato di una spirale negativa. Ho anche sentito che stavo imparando senza che nessuno mi insegnasse, che la mia capacità intuitiva era stata alimentata».

Quando ho letto queste affermazioni sullo schermo del mio computer in una domenica d’inverno mi si è accesa una luce dentro. Stavo guardando il Ted Talk tenuto nel marzo del 2016 a Warwick dal dottor Robin Carhart-Harris, un giovane ricercatore inglese che prima ha rivoluzionato gli studi neurologici sulle sostanze psichedeliche e poi ha aperto una strada promettente nel loro utilizzo per curare il male oscuro del nostro secolo: la depressione.

 

Carhart-Harris con il suo volto pulito, gli occhi chiari e l’aspetto di un ragazzo cresciuto da poco, stava riportando l’esperienza di un trip ma il suo racconto non avrebbe potuto essere più lontano dagli stereotipi sullo sballo che per decenni sono stati la narrazione dominante su questi temi.

 

Questa era la testimonianza di un signore di cinquantadue anni che da quando ne ha venti soffre di disturbo depressivo maggiore, un uomo che ha passato praticamente tutta la sua vita adulta provando diversi tipi di cure senza trarne un beneficio duraturo. E ora, dopo solo due dosi di psilocibina dichiara di sentirsi «più fiducioso e calmo», un «sopravvissuto» a cui è stata data «una seconda chance».

Il signore è il paziente numero 7 della sperimentazione effettuata nel 2015 dai ricercatori dell’Imperial College di Londra guidati da Carhart-Harris, che ha somministrato il principio attivo dei funghi magici a dodici persone – sei uomini e sei donne – affette in media da 18 anni da depressione resistente, vale a dire quella contro cui hanno fallito due antidepressivi di classe diversa, assunti per il periodo di tempo e il dosaggio indicato dai medici.

Un problema che oggi riguarda circa il 25% degli oltre 322 milioni di depressi che ci sono in tutto il globo, una cifra pari quasi all’intera popolazione degli Stati Uniti, di cui 3 milioni sono solo in Italia. Secondo l’ultimo rapporto del 2017 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la depressione non soltanto è la prima causa di disabilità al mondo, oltretutto aumentata del 18,4% tra il 2005 e il 2015, ma si dimostra anche un’emergenza a cui, malgrado tutti i progressi compiuti, la medicina non sa ancora rispondere adeguatamente.

 

Un paziente su quattro infatti non guarisce né si stabilizza e il disturbo depressivo rimane la causa principale delle morti per suicidio, che sono circa 800mila all’anno.

 

Le ricerche di Carhart-Harris con la psilocibina sono così importanti perché hanno dato risultati significativi proprio su persone su cui nient’altro aveva funzionato. Le sperimentazioni si sono concentrate su questa sostanza anche perché i magic mushrooms, i funghi che contengono la psilocibina, non si portano dietro lo stigma culturale dell’LSD e sono più socialmente accettabili: addirittura in Inghilterra, grazie a un vuoto legislativo, potevano essere venduti e acquistati legalmente fino al 2005, quando sono stati catalogati nella classe A degli stupefacenti e quindi banditi.

Nella sperimentazione del 2015 le due assunzioni guidate di psilocibina (10 mg e 25 mg[1], a sette giorni di distanza) si sono dimostrate efficaci e anche se il numero di partecipanti era limitato lo studio ha aperto la strada a tutti quelli che sarebbero venuti dopo che, come vedremo più avanti, oggi coinvolgono gruppi sempre più statisticamente rilevanti di pazienti.

Il trip è stato accompagnato da un supporto psicologico costante, prima, durante e dopo le sessioni, che si sono tenute in un ambiente allestito per l’occasione, con letti dove sdraiarsi, luce soffusa e musica. Tutti i dodici pazienti sono migliorati: i sintomi depressivi si sono attenuati per ciascuno di loro da una settimana a tre mesi di distanza e dopo questo periodo il 42% (ovvero 5 persone) era ancora in completa remissione.

Avendo vissuto io stessa a lungo sotto l’ombra della depressione sono rimasta sbalordita da un risultato così positivo, confermato anche da studi successivi e legato alle scoperte sugli effetti degli psichedelici sul cervello, messe a punto sempre all’Imperial College.

 

 

Nel 2017 il gruppo di ricerca di Carhart-Harris poi pubblica su «Scientific Reports» i risultati di un’altra sperimentazione che questa volta fotografa le conseguenze della psilocibina sul cervello depresso. (...)

L'articolo continua qua 

https://www.dinamopress.it/news/rompere-gli-schemi-la-cura-psichedelica-alla-depressione/

Tutte le immagini di Priyesh Trivedi dal ciclo Adarsh Balak.

Commenti

A me sembra che la Redazione

A me sembra che la Redazione sia un po altilenante nel suo giudizio sui commenti e sugli articoli da eliminare, ma onestamente ho sempre ritenuto e continuo a ritenere che ci siano delle ragioni che semplicemente non si comprendono dall uso esterno del portale e che impongono o portano a tale conclusione. Ritengo ciò perchè su questo sito ogni argomento, comodo o scomodo, viene trattato e lasciato ai posteri e onestamente non trovo altro luogo nel quale lo si possa fare cosi ampiamente  e liberamente, nonstante le pressioni che certamente ricevono in verso contrario: anche di articoli come questo ce ne sono tanti e ne passano continuamente.

In ogni caso, sull articolo...premetto alcune cose prima. ritengo che gli psichdelici dovrebbero essere legalizzati, che possano ragalare esperienze uniche, che siano tra le droghe meno pericolose da ogni punto di vista. credo pero che spesso su questo argomento si nascondano anche i pericoli, che ogni droga ha in modo diverso, facendo cosi male alla categoria stessa e a chi la usa in modo poco informato. se il bad trip puo essere un esperienza spiacevole ma passeggera,  alcuni soggetti riportano invece problemi molto gravi e duraturi: psicosi e simili sono rare, ma quando escono possono rendere un vegetale o inabilitare molti anni o a vita. non è vero poi come si dice che non crea nessuna dipendenza: nessuna fisica, ma psicologica a volte si come dimostrato da molti miei amici o dall uso fatto in ambienti nei quali è diffuso. i risultati di un uso continuato e ripetuto: beh non fa bene insomma. tolleranza non ne parliamo: provate a prendere un trip due giorni di fila e il secondo, niente! 

andando oltre, il tema del loro uso al di fuori del campo ricreativo ritengo debba essere visto a 360°. detto onestamente a me fa molta paura tutto il background dal quale nasce l idea di un uso degli psichedelici come medicina, idea che si interseca molto con l'idea di un uso di tipo spirituale. quello che non mi piace è tutto cio che circonda lo studio dell utilizzo in ambienti specificamente medici, al fine di curare malattie mentali/psicologiche. l idea che lsd e simili possano curare l umanita non è certo nuova, ma si sta molto rinvigorendo a partire dagli ultimi 20 anni anche grazie ad internet. parlo di gruppi e movimenti piu o meno new age, che si propongono di usarli come medicina universale dell anima e della mente. parlo degli ambienti nei quali si diffondono piu dell'acqua con usi smodati, come le feste goa. 

io diffido molto di chi le "vende" come una medicina perfetta, senza controindicazioni, senza guardare all uso che ne viene fatto e verra sempre fatto al di fuori del campo puramente medico, anzi incitanto proprio a tale uso (vedi infiniti articoli, video, siti...). associo questo tipo di movimento a quello che vede l'idolatria dei cannabinoidi, che sembrano essere una medicina universale senza effetti collaterali anche quando usati per scopo ricreativo. tutte queste cose danneggiano proprio le ricerche in campo medico, che dovrebbero invece trovare molto piu spazio anche secondo me. non si puo pero evitare di considerarle e liquidarle come nulla fosse, anche perchè sono fattori molto piu vicini e confusi con l'uso medico di quanto lo sia e sia stato il problema legato alla demonizzazione delle sostanze. 

allo stesso modo nell'uso medico, le ricerche vanno assolutamente fatte, purchè anche qui non si pensi che ogni volta che si testa una sostanza nuova (che poi nuova non è per niente), questa sia la magia che non conoscevamo. non sono un medico, ma ho usato molti psichedelici e soprattutto visto ampiamente l uso che ne viene fatto. confido nelle ricerche che si fanno, spero possano essere utili in casi gravi che non trovano altra soluzione...ma so per certo che non sono una medicina universale, ne che portano sempre benefici o nessun problema. curano le dipendenze? molto raramente, quasi mai in modo duraturo da quanto ho visto. curano depressione a lungo termine? ho visto piu i problemi peggiorare su chi partiva da depressione iniziale. sono esperienze che possono cambiare la vita? raramente, e quando capita a volta lo fanno in meglio a volte in molto peggio. lsd, amanita, funghi, changa, dmt, mdma, 2cb, ketch: ho avuto esperienze che potrei definire estatiche e altamente spirituali, che mi hanno apero certamente la mente. distanziandomi un po dal loro uso adesso vedo queste esperienze per quello che sono: esperienze a se stanti, interessanti come possono esserlo altre nella vita (lanciarsi col paracadute...) e soprattutto non qualcosa che mi deve portare via dalla realta. ho visto rettiliani, alieni e tante cose assurde:credo siano state solo una creazione della mia mente (come lo sono i demoni di uno schizofrenico), credo in conclusione di queste esperienze che se un dio esiste non lo si puo certo vedere, si puo scegliere di credere in dio e comprenderne l'esistenza finche i nostri limiti ce lo permettono, ma avere la supponenza di affermare di sapere che dio esiste perchè si è vista qualche divinita in trip no. le mie conclusioni sono personali e possono non valere nulla, ma ne parlo perchè a differenza mia il pericolo molto diffuso è di trarre conclusioni diverse dalle mie da esperienze simili. negli ambienti new age e goa è diffusa per es. l'idea che gli alieni esistono: tutti hanno il diritto di credere quello che vogliono, ma di fatto poi si sfocia spessissimo in teorie parte del complottismo piu estremo. smettere di ritenere il mondo nel quale viviamo reale, porta a vivere una vita di paranoie e completa falsità con effetti molto importanti nel day-to-day e psicologici/psichiatrici (a mio parere ovviamente).

una persona affetta da gravi problemi psicologici o psichiatrici potrebbe invece trarre giovamento da un esperienza che lo distoglie dal costante dolore, forse. forse lo stesso vale a volte per le tossicodipendenze. al momento io resto molto dubbioso anche di questo o per lo meno dubito abbia risultati cosi importanti, ma spero di sbagliarmi e di essere contraddetto dalla scienza. resta il fatto che la ricerca in questo campo è un tema molto controverso, che deve trovare spazio attraverso problemi davvero difficili da categorizzare senza finire vittima degli stessi.

Stupefatto

cuoco, chissa cosa cucini!

cuoco, chissa cosa cucini! ahahaha

come san patrignano? boh dai io non vedo catene, guru che decidono della tua vita, suicidi ed omicidi. non ti piace qui? dimmi, dove possa andare ad esprimere quello che penso su questi temi? 

Stupefatto

Meglio soli che mal

Meglio soli che mal accompagnati. Sono stufa di dovermi piegare io a servizi del cavolo perché non riescono a svolgere in modo soddisfacente il loro LAVORO. no perché qua sembra che qualcuno ci stia facendo un favore, ma non è così. Casomai l'incontrario. Invece di alzare loro il livello del servizio dobbiamo essere sempre noi ad accontentarci? Se cerchi è pieno di spazi su Internet che hanno forum liberi dove poter discutere senza censure, spam, e commenti saccenti di chi sa che dottore in burn out. È ovvio, internet è un universo, davvero credi questo sia l'unico spazio creato in merito? Ci sono spam con link da ore ancora visibili e poi rompono le lentiggini a noi?? 

sorella ma quale percezione?

sorella ma quale percezione? non dite niente, non date nessuna opinione: venite qui e vi lamentate e basta. l articolo cè, me di vostre idee nessuna! non è una percezione, è così e basta: non avete nulla da dire, il problema qui non è certo il sito ma gli utenti. 

in ogni caso qua funziona cosi; non ti piace, ci sono tanti altri posti migliori? vacci! ciao