Sesso, adolescenti maschi confusi. E alcuni ricorrono a cannabis ed eroina
15 Marzo, 2010 - 07:24 da Anonimo
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Roma, 10 mar. (Adnkronos Salute/Ign) - Tanta confusione e pochi controlli per gli adolescenti maschi, alle prese con il sesso. E alcuni ricorrono a pericolosi rimedi 'fai da te' per migliorare le prestazioni sotto le lenzuola. Secondo un'indagine condotta su mille teenager nelle scuole laziali, infatti, a 18 anni il 72% non ha mai fatto una visita di controllo mirata, "e il 71% non saprebbe a chi rivolgersi in caso di problemi, incerto addirittura tra l'antropologo, confuso con l'andrologo, e l'ortopedico, perché 'si tratta di un osso'". Lo spiega Giuseppe La Pera, presidente dell'Aidass (Associazione italiana per il diritto alla salute sessuale), che oggi a Roma ha presentato una petizione per la salute sessuale dei giovanissimi italiani.
"Un progetto pilota per il Lazio, che speriamo si estenda alle altre Regioni, 'disegnato' al maschile - dice La Pera - perché in questo campo i ragazzi non hanno gli stessi diritti delle ragazze, quanto a diagnostica e prevenzione. Ecco perché chiediamo una legge regionale che metta fine a questa disparità di trattamento". L'iniziativa punta ad offrire ai teenager un servizio gratuito di prevenzione e diagnostica, grazie alla creazione di una rete di controllo, "il cui primo possibile interlocutore sia rappresentato dal medico di famiglia". In caso di problemi, infatti, il 51% dei ragazzi ha detto che si rivolgerebbe al medico di famiglia, secondo solo ai genitori.
Al terzo posto figura lo specialista, mentre un 'peso' nettamente inferiore viene dato ad amici, fratelli o insegnanti. Non solo, nella petizione - che punta a raccogliere la firma di 10.000 cittadini - si chiede una visita gratuita preventiva all'apparato genitale per tutti i ragazzi tra i 14 e i 18 anni. E la creazione di una serie di strutture pubbliche andrologiche in tutti gli ospedali e nelle Asl.
"In passato la visita di leva aveva permesso di rilevare come circa il 70% dei ragazzi, a quell'età, presenta patologie più o meno gravi". "Il 28% degli uomini soffre di varicocele, il 22-24% di eiaculazione precoce e 3 milioni e mezzo di italiani di disfunzione erettile - sottolinea Vincenzo Gentile, presidente della Sia (Società italiana di andrologia), plaudendo all'iniziativa - per non parlare della diffusione delle malattie sessualmente trasmesse".
Un'indagine condotta nel 1997, proprio in occasione della visita di leva, su oltre 11.000 ragazzi, "aveva permesso di scoprire che solo il 27% non aveva patologie. Dunque sette su 10 presentavano problemi che, in alcuni casi, mettevano a rischio la fertilità. Oggi però questo controllo 'obbligatorio' non si fa più". E gli stessi giovanissimi, a differenza delle coetanee, non sanno a chi rivolgersi, in caso di problemi. "E da questo punto di vista la situazione non è migliorata. Solo attraverso un impegno congiunto sarà possibile - dice La Pera - evitare gravi conseguenze sanitarie e sociali legate a diagnosi tardive". E per firmare la petizione si può cliccare sul sito www.aidass.it.
La 'solitudine' legata al sesso ha anche un risvolto pericoloso. E il presidente dell'Aidass lancia l'allarme. "C'è chi rinuncia all'intimità e soffre in silenzio, e chi mette in atto comportamenti pericolosi. Sappiamo che alcuni ragazzi ricorrono alla cannabis, o addirittura all'eroina, per contrastare l'eiaculazione precoce. Insomma, per migliorare la prestazione", sottolinea Giuseppe La Pera. Secondo l'esaperto "i genitori devono parlare di più di questi temi. Nella mia esperienza spesso sono le madri ad accorgersi che qualcosa non va per il verso giusto. I papà devono fare di più", sottolinea ancora. "Anche perché a quell'età scatta la competizione padre-figlio, ed è per primo il genitore a imbarazzarsi nel dover parlare di queste cosa".
Il silenzio non è la strada giusta, dice La Pera. "Occorre vincere la reticenza, smettere i panni di super-padre e parlare al proprio figlio di dubbi, insuccessi e difficoltà sperimentati in prima persona. Questo aiuta i ragazzi a esporsi, a parlare". Altrimenti, conclude l'andrologo, c'è il rischio che si cerchi di risolvere eventuali problemi con il passaparola o, peggio, con rimedi 'fai da te'.